La cappella della Madonna di Lourdes

La religiosità popolare

La storia delle genti ticinesi, in particolare di quelle che vivevano nelle valli o sulle pendici dei monti, è strettamente legata a quella di una religiosità popolare. Spesso si possono trovare sui muri delle case affreschi o piccole nicchie votive, altre volte sono cappelle lungo il cammino a ricordare Gesù, la Madonna o qualche santo protettore. Sono testimonianze di un rapporto quotidiano e stretto tra le popolazioni e il sacro. 

Una sacralità che nelle civiltà rurali e preindustriali era legata spesso al ritmo delle stagioni. In questo caso le preghiere erano rivolte alla speranza di poter avere un clima favorevole alle coltivazioni. L’altra grande incognita, sin dalla più tenera età, era la salute, la possibilità di sopravvivenza. Fanno parte di questo immaginario collettivo gli ex voto, i dipinti per grazia ricevuta presenti in chiese e santuari (nel solo Cantone Ticino ne sono stati catalogati oltre un migliaio). 

In questo caso la guarigione da una malattia o l’essere scampati fortunosamente a un pericolo diventano l’oggetto del rapporto con il sacro. In epoche nelle quali la scienza medica non aveva ancora individuato le cause di molte malattie comuni e diffuse, la religiosità popolare affidava a preghiere, riti e pratiche la speranza di una guarigione. Gli ex voto per grazia ricevuta erano un modo per sdebitarsi della salute riacquisita o mantenuta.

La volontà di don Rizzoli

Un esempio di devozione popolare che ha saputo rinnovarsi nel corso dei decenni è la cappella della Madonna di Lourdes a Robasacco. Situata lungo l’antico sentiero che porta a Cadenazzo, sotto la casa comunale, fu realizzata nel 1851 per volontà di don Francesco Rizzoli. Parroco per 47 anni di Robasacco, Rizzoli era particolarmente amato per l’attenzione che prestava ai più poveri, ma seppe anche lasciare segni tangibili della devozione della comunità di Robasacco al culto mariano come questa cappellina dedicata alla Madonna di Lourdes. 

Dopo la sua morte, avvenuta nel 1864, l’edicola votiva lasciata alle intemperie, senza che alcuno prestasse la necessaria manutenzione, rischiava di andare in rovina. Perciò nel 1933 fu l’allora parroco don Prada a occuparsi del restauro del piccolo edificio. All’interno era presente un’immagine della Madonna con il Bambin Gesù dipinta su una lamiera. Anche in questo caso il trascorrere degli anni senza che avvenisse la necessaria manutenzione portò al danneggiamento della cappella, mentre attorno era cresciuta una vegetazione incolta. 

Il salvataggio degli anni Settanta

Fu il parrocchiano Rinaldo Richina, che negli anni Cinquanta del Novecento era emigrato in California, ed era tornato a Robasacco alla fine dei Sessanta, a impegnarsi per un recupero della cappella. L’occasione per la pulizia e il restauro venne nel 1972 con i lavori per la realizzazione dell’autostrada. Richina, all’epoca vicesindaco, chiese agli addetti ai lavori della nuova opera viaria, che stavano sistemando il riale vicino all’edificio religioso, di provvedere anche alla sistemazione della cappella e dell’area adiacente. 

Pier Luigi Defilippis, pittore di Rivera, si occupò gratuitamente di affrescare l’interno dell’edicola, mentre la statua della Madonna di Lourdes, che un tempo si trovava dentro la chiesa di San Leonardo, e che non aveva più avuto una collocazione, fu ripulita e pitturata, sempre a titolo volontario, dallo scultore di Rivera Alfonso Amman. Una bella storia di affezione e dedizione alla storia, alla cultura e alla religiosità popolare.